Gli Italiani credono nel Recovery Fund, ma non si fidano di come useremo i soldi. I dati del sondaggio di “NOTO Sondaggi”.
Nei giorni scorsi il Partito Conservatore e Riformista Europeo, guidato da Settembre 2020 da Giorgia Meloni, prima italiana a guidare un partito europeo, ha commissionato un sondaggio per testare l’opinione degli italiani rispetto alle decisioni prese dall’Unione Europea, al Recovery Fund e alla crisi sanitaria ed economica in corso. Noto sodaggi, società demoscopica che ha realizzato il sondaggio ha quindi chiesto a 2000 cittadini italiani qual’è il loro grado di fiducia nei confronti dell’Unione Europa, cosa pensano del Recovery Fund e quali sono le principali ragioni che li rendono favorevoli o critici nei confronti dell’Europa. Il sondaggio fa emergere subito un dato interessante, il 94% degli intervistati ha sentito parlare del Recovery fund ma di questi solo la metà sa cosa prevede per l’Italia. I più informati sono gli uomini rispetto alle donne, chi ha un titolo di studi superiore e le categorie più adulte rispetto all’età.
Un livello di informazione più basso rispetto alla media si nota invece tra i residenti al sud. La percezione del Recovery tra gli italiani è tuttavia in prevalenza positiva: il 58% lo considera un aiuto importante per il Paese per poter superare la crisi post pandemia, ma prevale leggermente la sfiducia tra gli italiani nella capacità che avrà il nostro Governo di rispettare gli obiettivi di spesa previsti dal Recovery entro il 2026 e quindi poter disporre dell’intera cifra stanziata a proprio favore. Gli italiani sono preoccupati principalmente del rischio di corruzione, illegalità e profitti illeciti che questi soldi potrebbero portare in Italia. I più preoccupati sono i cittadini del Sud Italia che si riscontrano essere anche quelli meno fiduciosi nei confronti della magistratura, anche se l’istituzione che riscontra meno fiudcia tra la maggioranza degli intervistati risulta il Parlamento.
Circa il 40% degli italiani però considerano la formula di finanziamento prevista dal Recovery, una parte della cifra a fondo perduto e una parte da restituire, come un modo dell’Europa di intervenire sulle priorità di spesa dei singoli paesi. Si tratta soprattutto di donne, under 34 e di chi ha un titolo di studi più basso i target quindi più critici rispetto a questa iniziativa. La non equa distribuzione dei fondi europei, le regole di mercato che ostacolerebbero la crescita della nostra Nazione e la mancanza di unità negli obiettivi strategici tra le varie Nazioni, sembrano quindi essere le ragioni che rendono diffidenti gli italiani, nonostante considerino il Recovery Fund complessivamente la migliore opportunità concesso fino ad oggi dall’Unione Europea. Gli italiani infatti sperano che i soldi del Recovery Fund siano utili per la modernizzazione e la crescita del Paese. Vorrebbero Giustizia e Pubblica Amministrazione più efficienti, rendere il Trasporto Pubblico Locale sostenibile e intervenire a migliorare le politiche attive per il lavoro.
Insomma gli italiani considerano il Recovery Fund, forse l’ultima occasione di riscatto, ma l’idea che a gestire questa opportunità ci siano governanti che hanno dimostrato di essere molto più interessati a compiacere le cancellerie europee piuttosto che i bisogni del popolo italiano, non fa dormire sonni tranquilli. Implorano una parola d’ordine: vigilare per riscattare l’Italia, finalmente.